Perché una tecnologia rivoluzioni il Mondo, ruolo che l’automobile ebbe indiscutibilmente durante il XX secolo, deve costare poco. La mobilità cambiò davvero, nel dopoguerra, quando furono introdotti sul mercato modelli, come la Fiat 500, alla portata delle tasche di tutti. In questo momento, l’auto elettrica non è economica. Conseguentemente, la rivoluzione ‘verde’ non può basarsi su tale tecnologia: indipendentemente da quanto essa sia davvero pulita. L’elemento che rende poco competitive le auto elettriche dal punto di vista del costo è uno solo: la batteria. Il motore elettrico in sé è piccolo, economico ed anche molto potente. Le batterie sono invece pesanti, ingombranti ed incredibilmente care. Nel 2015 il costo di un pacco d’alimentazione agli ioni di litio che permettesse ad una vettura simil-Golf di percorrere 300 km con una carica d’energia ammontava a 15000 €. Nel 2030 si stima possa scendere fino ad 8000 €. La ragione? Metalli rari e domanda più bassa dell’offerta. L’unico modo che le Case automobilistiche hanno per mantenere i margini di guadagno costanti a fronte di singoli componenti dal costo tanto elevato è quello di alzare il prezzo finale. Motivo per cui la versione totalmente elettrica della nuova Peugeot 208, commercializzata pochi mesi fa, costa più del doppio della versione alimentata a benzina. Tanto più l’auto elettrica si allontana dalle tasche della stragrande maggioranza della popolazione, tanto meno potrà rivoluzionare la mobilità e salvare l’ambiente. Ammesso riesca davvero a farlo.
Spesso, nel mondo dell’auto, il motore elettrico viene presentato come la soluzione a tutti mali. Se da un lato è concettualmente errato, quando si parla di mobilità, continuare a considerare l’auto come mezzo primario di trasporto, dall’altro lo stesso motore elettrico potrebbe non essere così pulito, né tantomeno economico
I veicoli a batteria non emettono sostanze inquinanti dallo scarico, il che li rende oggettivamente migliori dei cugini a combustione interna in merito alla qualità dell’aria nelle città. Lasciando per un momento da parte il discorso emissioni, allo stesso tempo ridurrebbero – anche se con qualche dubbio in merito alla sicurezza – l’inquinamento acustico, migliorando ulteriormente la qualità della vita nei grandi centri urbani. D’altra parte, immaginare di sostituire con una bacchetta magica l’intero parco auto con vetture elettriche creerebbe nuove tipologie d’inquinamento. Le colonnine di ricarica realmente utilizzabili, allo stato attuale della tecnologia, difficilmente si sposano con l’impianto elettrico delle comuni abitazioni, soprattutto nelle grandi città. Questo vuol dire che le auto elettriche richiederebbero un consumo maggiore di suolo pubblico. Anche se non ci facciamo caso, l’utilizzo di spazio pubblico è una forma d’inquinamento tale e quale alle altre.
Tornando al discorso emissioni, l’infografica pubblicata dalla commissione europea nel 2014 – i dati, nonostante i miglioramenti delle tecnologie, sono validi ancora oggi – rende comprensibile il vero ruolo ambientale dell’auto elettrica. Anzitutto, la sua produzione è maggiormente inquinante rispetto a quella di un’auto a combustione interna. Quanto è descritto da un dato pubblicato dal gruppo VW nel 2019: perché una Golf elettrica recuperi il quantitativo maggiore di CO2 emessa alla produzione rispetto alla sorella TDI (diesel) deve percorrere almeno 124000 km. La vettura elettrica, poi, può emettere più CO2 dei modelli a combustione interna anche durante l’utilizzo vero e proprio. Non lo fa direttamente, ma se l’energia con la quale viene caricata è prodotta in centrali a carbone il risultato è disastroso. Se invece la fonte è rinnovabile, la situazione si capovolge. I gas serra e le sostanze inquinanti emessi nell’atmosfera da un’auto elettrica dipendono quindi strettamente dalla fonte energetica utilizzata per produrre elettricità, e se il motore ‘verde’ è innegabile renda più pulita l’aria localmente, non è detto lo faccia globalmente.
L’auto elettrica è certamente una risposta possibile, ed auspicabile sotto certi punti di vista, ad alcuni problemi ambientali e di mobilità del nostro tempo. Il grande errore commesso è considerarla l’unica: la tecnologia a batterie va migliorata, resa più economica e soprattutto affiancata a tecnologie già esistenti e, si spera, via via sempre più pulite. Solo in questo modo si può pensare di elaborare una risposta organica, ed efficace, ad uno dei più grandi problemi del nostro tempo. Il tutto senza scordare quanto sia imprescindibile un cambiamento netto nel ruolo dell’automobile soprattutto a livello di spostamenti quotidiani. Non esiste tecnologia, e forse non esiterà mai, che renda sostenibile la presenza nel mondo di miliardi di vetture.
L. Ruocco
Fonti:
BP Statistical Review 2017
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